Mese: luglio 2016
E’ MORTO IL PARTIGIANO ANGELO CHIESA
Angelo Chiesa, partigiano combattente della 121ª brigata d’assalto Garibaldi «Walter Macrobi», per lunghi anni Presidente dell’ANPI Provinciale di Varese, attualmente Presidente onorario, si è spento questa mattina.
La federazione di Varese del Partito Comunista Italiano porge le più sentite condoglianze all’ANPI provinciale e alla famiglia e abbruna le proprie bandiere.
I FUNERALI si terranno domani 20 LUGLIO 2016
alle ore 15.30
presso la Sala del Commiato
del cimitero di Giubiano in Varese
Si è costituito a Busto Arsizio il Comitato per il No al Referendum sulla Riforma della Costituzione.
Originally posted on Partito Comunista Italiano Federazione di Varese: Lo scopo del Comitato è quello di diffondere una corretta informazione sugli oltre 40 articoli modificati e sviluppare un ampio dibattito sulla Riforma della Costituzione voluta con forza dal Governo Renzi e approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta. Non avendo quindi raggiunto la maggioranza prevista dall’art.138…
La Carta di Genova contro l’indebitamento dei popoli e del pianeta
“Negli ultimi anni, in conseguenza alla crisi economica e finanziaria internazionale il problema del debito pubblico si è manifestato con vigore anche nelle economie dei paesi sviluppati e, in particolar modo, in Europa. Di fonte ad una crisi del debito divenuta sempre più globale, sarebbe opportuno – in questi ultimi mesi dell’anno giubilare della Misericordia – riflettere nuovamente sull’opportunità di ridurre, se non addirittura condonare il debito a quei paesi che schiacciati da questo fardello non riescono a porre le basi per lo sviluppo umano delle persone, soprattutto delle nuove generazioni. Papa Francesco ci ricorda nella Misericordiae Vultus, Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, come “il richiamo all’osservanza della legge non possa ostacolare l’attenzione per le necessità che toccano la dignità delle persone”. Sempre nel messaggio viene sottolineato come anche il Centro Africano per lo Sviluppo e gli studi di strategia dichiari che “il debito demolisce le scuole, gli ospedali e le cliniche e i suoi effetti sono non meno devastanti di quelli di una guerra”.
Questo forte messaggio, inviato dal cardinal Peter K. A. Turkson, presidente del “Pontificio Consiglio Giustizia e Pace” ai partecipanti al convegno “Dal G8 alla Laudato sì: il Giubileo del debito?” tenutosi a Genova il 19 luglio scorso, è uno dei passaggi più significativi della “Carta di Genova”, il documento conclusivo dell’incontro, sottoscritto da decine di persone impegnate sul problema del debito e dell’impoverimento dei popoli, tra i quali Francesco Gesualdi e padre Alex Zanotelli.
Questa Carta non consiste tanto in un’analisi, seppure nelle premesse si faccia riferimento a quanto accaduto negli ultimi 15 anni, cioè “il progressivo indebitamento dei popoli e dell’intero pianeta”. Si tratta anzitutto di un impegno che i firmatari prendono pubblicamente per perseguire tre obiettivi:
a) promuovere un diverso modello sociale ed economico che metta al centro la piena dignità di ogni persona nel rispetto della vita del pianeta, nostra casa comune;
b) promuovere una campagna di sensibilizzazione sui temi del debito, della finanza e della ricchezza sociale, che sappia comunicare in forme semplici la complessità di questi temi;
c) avviare, in forma partecipativa e dal basso l’istituzione di una Commissione popolare d’indagine e di verità sul debito pubblico italiano, al fine di sapere se, e in quanta parte, tale debito è illegittimo.
Per raggiungere questi obiettivi viene ipotizzato un percorso di coinvolgimento e di sensibilizzazione che parta dalle realtà locali, che sia inclusivo verso le differenze sociali, culturali e religiose e che metta in rete le esperienze già avviate nei diversi territori.
Monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, già presidente di Pax Christi Italia, partecipando al convegno di Genova, ha ricordato che “la remissione del debito è parte fondante del Giubileo, come ci racconta la Bibbia: chi aveva dei debiti, contratti a causa di situazioni difficili, se li vedeva cancellare”.
Non va dimenticato che “sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli” è tra i “fini e principi” della Carta delle Nazioni Unite del 1945 e che questo obbligo prevale su ogni altro accordo internazionale (art. 103 Carta ONU).
Per approfondimenti e adesioni: http://www.zenzero.org/blog/?p=78
PeaceLink: “Dopo i decreti Salva-ILVA a Taranto dieci decessi al mese in più”
Renzi in visita a Taranto non ha preso contatto con la città del dolore e della disperazione.
Non si è inchinato di fronte ai suoi drammi. Taranto sta morendo. Sempre di più.
Nel vero senso del termine.
Inviamo alla stampa un’anticipazione di una ricerca aggiornata al 2015 che PeaceLink sta compiendo per dimostrare che la situazione sanitaria è sempre più drammatica dopo i dieci decreti ILVA.
Il primo decreto ILVA è del dicembre 2012.
Fino al 2012 le autorità sanitarie hanno dimostrato l’esistenza di un costante e per certi aspetti aggravato stato di criticità per la salute della popolazione Tarantina.
Dopo il 2012 non vi sono dati epidemiologici perché le ricerche epidemiologiche hanno tempi lunghi.
Vi presentiamo pertanto un indicatore grezzo: la mortalità giorno per giorno.
Ecco i dati di media della mortalità giornaliera:
anno 2013 5,3 decessi al giorno a Taranto
anno 2014 5,55 decessi al giorno a Taranto
anno 2015 5,63 decessi al giorno a Taranto
dicembre 2015 6,84 decessi al giorno a Taranto
Questo significa che mediamente si passa da una media mensile di 159 decessi al mese del 2013 ad una media mensile di 169 decessi del 2015: dieci in più ogni mese.
159 media mensile dei decessi a Taranto
167 media mensile dei decessi a Taranto
169 media mensile dei decessi a Taranto
E questo dato non è imputabile solo all’invecchiamento della popolazione.
Prova ne è il fatto che nel dicembre 2015 vi è stato un picco di 212 morti. Ben 34 in più rispetto al dicembre 2014, quando a Taranto si registrarono 178 decessi.
Ricordiamo che nel mese di dicembre 2015 PeaceLink lanciò un allarme perché a Taranto erano previste tre settimane di vento dall’area industriale sulla città.
L’ARPA e ASL accolsero la proposta di PeaceLink di avvisare i cittadini durante i Wind Days (vento dall’area industriale) perché in quei giorni poteva aumentare la mortalità immediata (o dopo pochi giorni dall’esposizione alle polveri sottili, ossia il PM10).
Infatti aumenti di PM10 – lo hanno appurato importanti studi scientifici – possono provocare aumenti immediati della mortalità per ictus e infarti, che sono correlabili all’inquinamento. Ne è la riprova uno studio del Centro Salute e Ambiente sull’aumento di mortalità nel quartiere Tamburi durante i Wind Days, che recentemente abbiamo diffuso assieme alla dottoressa Annamaria Moschetti.
I dati più recenti che possiamo produrre sono qui: link
Nei prossimi giorni PeaceLink convocherà una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti la ricerca che stiamo conducendo sui dati di mortalità a Taranto. Una ricerca con dati allarmanti che dovrebbero portare a istituire un registro di mortalità in tempo reale per monitorare una situazione drammatica su cui molti politici chiudono gli occhi.
Facciamo un appello al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: contiamo i morti di Taranto giorno dopo giorno. In real time. Monitoriamo la tragedia. Nessuno vuole farlo perché i decessi stanno aumentando, e questo contraddice l’ottimosmo del governo. Ma è nostro dovere farlo per un un dovere verso i cittadini di Taranto. Oggi il potere nasconde il dolore e la verità. Alle istituzioni spetta invece il compito di essere dalla parte dei cittadini.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
cell. 3471463719
NB – tutti i dati si riferiscono a Taranto-città e sono tratti dagli archivi dell’anagrafe del Comune di Taranto
L’ Italicum all’esame della Consulta. Il punto — Coordinamento Democrazia Costituzionale
Articolo di Antonio Caputo Il 4 ottobre la Corte costituzionale e’ chiamata a decidere sulla legittimita’ costituzionale dell’italicum a seguito di ordinanze emesse dal Tribunale di Messina e di Torino . Un appuntamento molto importante che precede il referendum costituzionale. Sullo sfondo delle due ordinanze di Torino e Messina, che colpiscono al cuore il meccanismo […]
via L’ Italicum all’esame della Consulta. Il punto — Coordinamento Democrazia Costituzionale
Contro il concordato col terzo Reich
In breve sul socialismo religioso
Oltre le dichiarazioni di singoli socialisti religiosi, il movimento ha anche preso posizione collettivamente. Questo avveniva con i suoi programmi, manifesti, soprattutto in riferiemtno ad avvenimenti politici, e con le risoluzioni che vennero regolarmente approvate nei diversi congressi.
I congressi ebbero luogo:
- 1919 raduno di Tambach
- 1924 raduno di Meerburg
- 1926 II congresso dei socialisti religiosi a Meerburg
- 1928 IV congresso dei socialisti religiosi a Mannheim
- V congresso dei socialisti religiosi a Stoccarda
- 1931 conferenza religioso-sociale a Caub
- 1932 conferenza religioso-sociale a Bad Boll
I congressi della federazione internazionale ebbero luogo:
- 1910 a Besançon
- 1924 a Barchem
- 1928 a Le Locle
- 1931 a Lievin
- 1938 a Eptingen
Documentazione storica
APPELLO DELLA FEDERAZIONE DEI SOCIALISTI RELIGIOSI DI GERMANIA CONTRO UN CONCORDATO CON IL REICH
Le notizie e le voci sulla prevista conclusione di un concordato tra chiese cristiane e il Reich retto dal blocco dei possidenti borghesi si moltiplicano e non accennano a venir meno-. I socialisti religiosi hanno perciò tutti i motivi per dichiarare già da ora chiaramente che essi si impegnarono nella lotta contro la conclusione di un tale concordato.
I socialisti religiosi sono dell’opinione che le chiese debbono essere staccate dallo stato, che le chiese non possono assolutamente apparire come potenze che concludono concordati per assicurarsi vantaggi esterni e possibilità d’influsso.
Tutti i diritti delle chiese nei confronti dello stato basati su questi concordati e tutte le sicurezze della vita ecclesiastica ottenute in questa maniera non procureranno nuova vita e nuovo spirito alla mancanza di forza interna della chiesa.
La necessità delle chiese, e l’importanza delle forze religiose-morali non vengono messe in chiaro delle sicurezze giuridiche nei confronti dello stato, ma il fatto che le chiese proveranno a tutti la loro indispensabilità con il loro annunzio e le loro azioni. Le chiese di Gesù Cristo devono evitare anche la sola impressione di essere interessate alla potenza e all’influsso mondano. Deve essere scopo della chiesa, edificata sul vangelo dell’aiuto ministeriale, divenire una comunità di sofferenti e umiliati che combatte la lotta delle masse oppresse ed essere loro consolazione ed aiuto in tutte le necessità.
Quanto più insignificanti sono le chiese esternamente, tanto più esse sarebbero perseguitate ed oppresse dai potenti dell’attuale stato classista, tanto più esse avrebbero significato, tanto più starebbe sotto la croce di Cristo e tanto più si avvicinerebbe al loro compito di annunciare la parola e la volontà di Dio senza badare se piaccia o no agli attuali detentori del potere.
(Sonntagsblatts des arbeitenden Volkers, 1927, p. 39).
Siria: catastrofe umanitaria incombe su Aleppo, non basta la promessa di vie d’uscita sicure
L’annuncio del ministro della Difesa russo sull’istituzione di vie di fuga protette da Aleppo per i civili e i combattenti che deporranno le armi e di centri di fornitura di cibo e cure mediche all’esterno della città non potrà evitare, secondo Amnesty International, una catastrofe umanitaria.
Ciò che risulta urgentemente necessario per alleviare la sofferenza di migliaia di abitanti di Aleppo, cui restano cibo e altri generi di prima necessità per al massimo altre due settimane, è il passaggio non ostacolato di aiuti umanitari.
Tuttavia, l’unica via d’accesso per gli aiuti, Castello Road, dal 7 luglio è sotto il tiro dell’artiglieria siriana e dei cecchini e attualmente sotto il completo controllo delle forze del governo di Damasco e dell’Amministrazione autonoma guidata dal partito curdo siriano Partiya Yekîtiya Demokrat (Pyd). Di recente, due camion che portavano aiuti a 400 famiglie sono stati attaccati e distrutti.
“Da anni il governo siriano blocca l’ingresso degli aiuti nelle aree assediate, le sottopone quotidianamente a bombardamenti e usa la fame come arma di guerra, procurando volutamente indicibili sofferenze ai civili che vivono nelle zone controllate dall’opposizione. Le vie d’uscita sicure per i civili che vogliono lasciare Aleppo non possono rappresentare un sostituto per l’ingresso degli aiuti umanitari” – ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Inoltre, le persone che si trovano nelle aree sotto assedio e/o in quelle controllate dall’opposizione potrebbero dubitare della sincerità dell’impegno del governo siriano e della Russia, responsabile di attacchi aerei illegali e di possibili crimini di guerra e mai disposta a esercitare la sua influenza sul governo di Damasco per chiedere la fine delle massicce violazioni dei diritti umani.
Secondo le Nazioni Unite, le scorte di cibo ad Aleppo sono destinate a esaurirsi a metà agosto. Tra le 200.000 e le 300.000 persone potrebbero trovarsi in piena crisi umanitaria.
Negli ultimi giorni gli attacchi dell’esercito siriano contro case, ospedali e strutture sanitarie ad Aleppo e nei dintorni si sono intensificati. Nel giro di 10 giorni, sette ospedali e strutture sanitarie sono stati attaccati. In città ne funzionano ancora soltanto tre. Tra il 10 e il 23 luglio, secondo la Rete siriana per i diritti umani, 99 abitanti di Aleppo (tra cui 25 bambini e 16 donne) sono stati uccisi dalle forze governative siriane
Approfondimento sulla situazione in Siria: http://www.amnesty.it/mena/siria
luglio ’53: la nascita della rivoluzione cubana
26 luglio 1953. Attacco al Moncada: alcune lezioni dalla nascita della Rivoluzione cubana di Arnold August Oggi, i progressisti di tutto il mondo potrebbero imparare molte lezioni dal 26 luglio, 1953, l’attacco al Moncada guidato da Fidel Castro. Nel 1953, quando quasi tutte le forze progressiste e rivoluzionarie a Cuba non offrivano soluzione praticabile per opporsi […]
via luglio ’53: la nascita della rivoluzione cubana — Quaccheri cristiani ecumenici per fare il bene
Il diritto al gioco dei bambini
La cronaca di questa vicenda, risulta quasi surreale, i fatti risalgono a martedì 7 Luglio, durante le ore pomeridiane, un gruppo di bambini di età compresa tra i 9 e i 10 anni, gioca a palla presso i giardini comunali Gen. Dalla Chiesa del Comune di Figline Incisa Valdarno, da specificare che i bambini, giocavano in un’area defilata dei giardini, lontani da persone e cose.
Una segnalazione anonima, perviene alla Polizia Municipale, per richiedere il loro intervento, con la motivazione che i bambini arrecavano disturbo alla quiete pubblica.
La Polizia Municipale di Figline Incisa Valdarno, controvoglia, interviene per obbligo di servizio, presso i suddetti giardini pubblici. I bambini, senza nemmeno riceverne la richiesta da parte della Polizia Municipale, s’impauriscono alla vista, smettendo immediatamente di giocare a palla, raccogliendo le proprie cose e successivamente allontanandosi dai giardini.
A seguito della segnalazione di questo episodio, ne è nata un’interrogazione comunale, effettuata dai consiglieri di opposizione Simone Lombardi e Piero Caramello, destinata alla giunta PD di Figline Incisa Valdarno.
Fra le richieste dell’interrogazione, si chiedeva, se di fatto esistesse un divieto che impedisse ai bambini e ai ragazzi di poter giocare a palla nei giardini pubblici durante le ore diurne.
La risposta all’interrogazione comunale, non si è fatta attendere, la giunta, nella figura del Vice Sindaco Caterina Cardi, ha dichiarato quanto segue, citando un articolo del regolamento comunale:
L’articolo 21, “Esecuzione di giochi in luogo pubblico”, prevede: “Sul suolo e sull’area pubblica o di pubblico uso non è consentito eseguire giochi di qualsiasi tipo con espresso divieto di recare pericolo a cose o persone. La Polizia Municipale può intervenire e impartire prescrizioni nell’interesse della sicurezza dei partecipanti, della collettività e per la tutela delle cose pubbliche e private. E’ sempre consentito giocare negli spazi appositamente predisposti. 2 – I giochi organizzati da più persone, con l’utilizzo di strutture fisse o mobili, sono consentiti solo previa autorizzazione nella quale siano inserite le prescrizioni relative all’uso del suolo pubblico e ad ogni altro accorgimento ritenuto opportuno”.
Successivamente, ne nasce un’accesa polemica su un gruppo Facebook, “Sei di Figline se” discussione che monta, alla quale segue un’ulteriore risposta del Vice Sindaco Caterina Cardi che tramite un articolo su di un giornale locale on-line, inizialmente nega che sia vietato giocare a palla su di un giardino pubblico, salvo subito dopo, ribadire che bisogna rifarsi all’articolo 21 del regolamento comunale che vieta, non solo il gioco della palla ma qualsiasi gioco che potenzialmente possa arrecare pericolo o danno a cose e persone, ribadendo infine che questo divieto citato dall’articolo, va rispettato, paventando anche la possibilità di controlli affinché venga attuato.
Nella risposta, s’invita inoltre al “buon senso” e ad andare a giocare al Matassino, presso l’area attrezzata, unico posto pubblico, destinato al gioco della palla, attualmente esistente, su un territorio comunale di oltre 97 Km quadrati e di 23.500 abitanti.
La vicenda si commenta da se, parlare di “buon senso” risulterebbe persino comico, se tutto non fosse maledettamente vero, e preso dalla giunta con tale serietà che rasenta l’imposizione di “un editto bulgaro”.
La conferma a oltranza della giunta che è vietato giocare in luoghi pubblici, previa autorizzazione, perché arrecherebbe disturbo, in quanto attività, potenzialmente pericolosa e dannosa per cose e persone, purtroppo ha ben poco di comico, bensì è molto avvilente, e lascia un’enorme senso di amaro.
Di fatto, la giunta comunale, invece di dare la ragionevole disponibilità a mettersi intorno a un tavolo e discutere insieme alla popolazione, come modificare questo articolo del regolamento comunale, di modo tale da garantire il diritto al gioco da parte dei bambini, sulle proprie aree pubbliche, si arrocca invece in una posizione indifendibile, conferma, giustifica e difende un principio che impedisce il diritto al gioco dei minori, avendo anche la pretesa di scavalcare quanto garantito dai diritti fondamentali dell’uomo, che riconosce nel diritto al gioco da parte dei bambini un inalienabile diritto da tutelare in tutti i modi.
Con questa risposta, la giunta comunale, di Figline Incisa di fatto ha anche la pretesa d’imporre a dei bambini di 9-10 anni, residenti presso l’area dei giardini in questione, di dover fare chilometri, attraversare una città, una strada e un ponte trafficatissimi, perché sia rispettato il loro diritto al gioco, suggerendogli di auto-rinchiudersi come “animaletti in un recinto”, all’interno dell’area giochi, in zona Matassino, unica destinata attualmente su tutto il vasto territorio comunale.
E’ aberrante, infine, ribadire il rispetto dell’articolo di questo regolamento che sembra nato dal ventennio fascista e alzare ulteriormente il tiro della contesa, parlando adesso addirittura, di presidiare e controllare le aree pubbliche comunali, affinché tale regolamento venga rispettato.
Chi è nato dagli anni 80 in giù, sa benissimo che da bambini, a nessuno di noi è mai stato vietato di giocare in uno spazio pubblico, nessuno si è mai sognato di dire che giocare arreca disturbo e potenzialmente è pericoloso o dannoso a cose e persone.
Guidare una macchina arreca molto più disturbo, ed è in se molto più pericoloso ma nessuno afferma che per questi motivi da oggi in poi non si può più guidare…
Fa paura, questa storia nata per caso, fa paura perché fa vedere a quale livello di intolleranza siamo arrivati, specie verso le nuove generazioni a cui viene rubato tutto, il diritto al lavoro, il diritto a una casa, il diritto alla dignità, il diritto ad aspirare alla felicità e adesso si mette pure in dubbio il diritto al gioco…. leggere fra i vari commenti usciti a seguito e purtroppo non è l’unico, affermazioni come “non solo le auto o le persone soffrono le pallonate, anche l’erba stessa e le giovani piantine ne hanno danno” la dice lunga sul livello a cui siamo arrivati….
Siamo diventati una società profondamente egoista, malata, quasi irrecuperabile ormai, con una classe dirigente e politica che a questo punto personalmente comincio a credete meritata, per le tante persone che hanno rinunciato ormai persino a ragionare oltre che a sognare., sempre protese a difendere il loro misero piccolo squallido orticello, sempre pronte a sostenere il proprio diritto acquisito a scapito degli altri.
Per fortuna c’è ancora chi lotta, c’è ancora chi crede, c’è ancora chi cerca di dare una risposta differente e fantasiosa, come quella che è nata dalla gente stessa di Figline Incisa Valdarno, con una proposta ironica e a modo suo anche commovente, dopo la polemica, e la surreale risposta della Giunta Comunale, viene lanciato un evento, per Sabato 30 Luglio 2016, alle ore 17,00; presso quegli stessi giardini comunali, Giardini Generale Dalla Chiesa, Figline Incisa Valdarno, dove s’invita la popolazione a venire a giocare, la s’invita a portare la propria fantasia per rimpallare il divieto. In piccolo è una forma di Disobbedienza Civile Nonviolenta, una dignitosa e fantasiosa risposta di protesta a una risposta ceca, politicamente poco intelligente e sicuramente arrogante di una giunta comunale che dimostra ormai, di aver perso ogni contatto con la propria popolazione e che dall’alto della propria “torre bianca”, emette “editti” e non vorrebbe nemmeno più riconoscere, il diritto a giocare dei bambini su delle aree pubbliche destinate allo svago di tutti (bambini compresi) e che si nasconde dietro un articolo di un regolamento comunale completamente da rivedere che se fosse attuato come dice l’articolo 21 stesso “vietando ogni forma di gioco”, scavalcherebbe persino il diritto al gioco dei bambini che è bene ricordarlo di nuovo, rientra fra i diritti fondamentali dell’essere umano.
Questa vicenda, fa ritornare alla mente una vecchia ma sempre attuale frase “Una risata vi seppellirà” meglio ancora se questa risata, sarà quella dei bambini.