5b) Gli anni dei Sabotaggi – La beffa della segnaletica Stradale

Gli anni dei Sabotaggi – La beffa della segnaletica Stradale

ANGELO BORSETTA

“Abbiamo fatto anche altri sabotaggi.

Il magazzino nello stabilimento del Tognella veniva rifornito dai camions tedeschi che provenivano da Busto o da altre direzioni.

I partigiani di notte sostarono le frecce direzionali che indicavano il percorso e quindi i conducenti, che non c’erano mai stati, sbagliavano strada e si trovavano in tutt’altro posto.

Allora i tedeschi fecero scolpire le frecce nei muri cosicché non si poté più ricorrere a questo sabotaggio.”

CARLO FERRARI
“Il mio gruppo di partigiani non c’entrava con le frecce perchè il nostro pensiero era che non si poteva mettere a repentaglio tutto il paese per uno scherzo che era divertente ma anche pericolosissimo se i tedeschi avessero fatto una rappresaglia.
C’era il rischio di fare ammazzare gente, come in Emilia, o fare bruciare il paese il paese; e noi non eravamo d’accordo.
Dopo quel fatto i tedeschi hanno messo fuori i manifesti minacciando rappresaglie se si fosse ripetuto: si parlava di impiccagione.”

RAG. GIOVANNI CAPOZZA (Segretario comunale in quegli anni)

“Dopo il fatto della manomissione delle frecce direzionali io fui convocato a Legnano dal Comando tedesco.

Con me c’erano altri due segretari di altri Comuni.

Un maggiore gridava parole incomprensibili che un interprete traduceva: l’ordine era di reclutare vecchi validi che nella notte rimettessero le frecce nelle giuste direzioni.

Naturalmente io mi preoccupavo perché non sapevo chi reclutare né come fare.

Allora mi rivolsi ad un interprete tedesco che era nel magazzino della tessitura; si chiamava Hoffer ed era un sacerdote (io non lo sapevo) che mentre studiava a Roma era stato chiamato alle armi.

Parlò coi superiori e mi tranquillizzò dicendomi che l’operazione di ripristino era compito di Castellanza perché le frecce spostate erano nel suo territorio.”