Festeggiamo le 1.389 visite di ieri con 1029 visitatori unici e 1,33 pagine lette su quaccheri.it : un risultato storico di ogni epoca in Italia con…

Prima parte

Questo è un elenco di persone importanti associate alla Società religiosa degli amici , nota anche come Quaccheri, che hanno un articolo su Wikipedia. La prima parte è costituita da individui noti per essere o essere stati Quaccheri continuamente da un certo punto della loro vita. La seconda parte è costituita da individui i cui genitori erano quaccheri o che erano essi stessi quaccheri una volta nella loro vita, ma poi si sono convertiti a un’altra religione, o che formalmente o informalmente si sono allontanati dalla Società degli amici, o che sono stati rinnegati dal loro incontro di amici . Elenco dei quaccheri – https://it.qaz.wiki/wiki/List_of_Quakers

UN

Elisabeth Abegg (1882–1974), educatrice tedesca che ha salvato gli ebrei durante l’Olocausto

Damon Albarn ( nato nel 1968), musicista, cantautore e produttore discografico inglese

Harry Albright (vivente), ex redattore canadese di origine svizzera di The Friend , consulente per le comunicazioni per FWCC

Thomas Aldham (c. 1616-1660), inglese Quaker strumentale nella creazione del primo incontro nella Doncaster zona Horace Alexander (1889–1989), scrittore inglese sull’India e amico di Gandhi

William Allen (1770–1843), scienziato inglese, filantropo e abolizionista

Edgar Anderson (1897–1969), botanico americano

Charlotte Anley (1796–1893), romanziera e scrittrice inglese

Elizabeth Ashbridge (1713–1755), predicatrice e memoirist inglese quacchera

Ann Austin (XVII secolo), prima missionaria quacchera inglese

Iwao Ayusawa (鮎 沢 巌, 1894–1972), diplomatico giapponese

B

Edmund Backhouse (1824–1906), banchiere inglese e parlamentare per Darlington

James Backhouse (1794–1869), botanico e missionario australiano nato nel Regno Unito

Edmund Bacon (1910-2005), architetto americano Ernest Bader (1890–1982), uomo d’affari e filantropo inglese nato in Svizzera

Joan Baez (nata nel 1941), cantante folk americana e attivista per la pace

Eric Baker (1920–1976), cofondatore inglese di Amnesty International e della Campagna per il disarmo nucleare

Emily Greene Balch (1867-1961), vincitrice del premio Nobel per la pace americano

Chris Barber (1921–2012), uomo d’affari inglese e presidente di Oxfam

Robert Barclay (1648–1690), teologo scozzese

John Henry Barlow (1855-1924), statista quacchero inglese

Geoffrey Barraclough (1908-1984), storico inglese Florence

Mary Barrow (1876–1964), cooperante e attivista per la riforma abitativa

Bernard Barton (1784–1849), poeta inglese

John Barton (1755–1789), abolizionista inglese

John Bartram (1699–1777), botanico americano

William Bates (morto nel 1700), uno dei fondatori della Newton Colony, la terza colonia inglese nel West Jersey

Helen Bayes (nata nel 1944), attivista australiana per i diritti dei bambini nata nel Regno Unito

Joel Bean (1825-1914), ministro quacchero americano

Anthony Benezet (1713–1784), educatore americano, abolizionista Caleb P. Bennett (1758–1836), soldato e politico americano

Douglas C. Bennett (nato nel 1946), accademico americano, presidente dell’Earlham College

Lewis Benson (1906-1986), stampatore americano, esperto di primo quaccherismo, in particolare George Fox Hester Biddle (1629–1697 circa), scrittore di pamphlet e predicatore inglese Albert Bigelow (1906-1993), manifestante americano per le armi nucleari

J. Brent Bill (nato nel 1951), ministro americano e scrittore di religione

George Birkbeck (1776-1841), uno dei fondatori inglesi del London Mechanics Institute, ora Birkbeck, University of London Sarah Blackborow (fl. 1650-1660), tractarian inglese prominente nella discussione del ruolo delle donne nella società e delle questioni sociali

Barbara Blaugdone (c. 1609–1705), autobiografa e ministro inglese

Taylor A. Borradaile (1885–1977), chimico e uno dei quattro fondatori e primo presidente della confraternita Phi Kappa Tau ; due dei principi fondanti di Phi Kappa Tau sono anche due delle testimonianze quacchere : Integrity and Equality

Geoffrey Barraclough (1908-1984), storico inglese Florence Mary Barrow (1876–1964), cooperante e attivista per la riforma abitativa

Bernard Barton (1784–1849), poeta inglese

John Barton (1755–1789), abolizionista inglese

John Bartram (1699–1777), botanico americano

William Bates (morto nel 1700), uno dei fondatori della Newton Colony, la terza colonia inglese nel West Jersey

Helen Bayes (nata nel 1944), attivista australiana per i diritti dei bambini nata nel Regno Unito

Joel Bean (1825-1914), ministro quacchero americano

Anthony Benezet (1713–1784), educatore americano, abolizionista

Segue domani ancora la lettera B

Novità importanti

L’età minima per sposarsi legalmente tornerà in Inghilterra e in Galles a 18 anni, contro i 16 consentiti attualmente previa autorizzazione dei genitori. Lo stabilisce una riforma legislativa bipartisan, sostenuta dal governo Tory di Boris Johnson e approvata oggi all’unanimità dalla Camera dei Comuni britannica.
Una riforma che mira a contrastare il fenomeno dei matrimoni combinati o imposti dalla famiglie in alcuni ambienti sociali anche a figlie o figli giovanissimi, secondo tradizioni reimportate in particolare fra le comunità d’origine asiatica in un Regno Unito sempre più multiculturale e multietnico. Ora il provvedimento dovrà essere approvato alla Camera non elettiva dei Lord, ma non si prevedono ostacoli. Per la deputata conservatrice Pauline Latham, prima firmataria del progetto di riforma, si tratta di «un passo enorme nella giusta direzione», in linea con le sollecitazioni delle campagne condotte dall’Onu e da varie organizzazione non governative e associazioni di ex vittime contro i matrimoni fra minorenni.
La nuova norma consentirà pure di far breccia con maggiore efficacia all’interno di famiglie e comunità chiuse per punire le forme di coercizione genitoriale denunciate in numerose vicende di cronaca anche recenti.

Soldato tedesco giusto fra le Nazioni

Wilhelm Hosenfeld. Capitano della Wehrmacht che salvò personalmente molti Ebrei fuggiaschi della Polonia, nascondendoli e aiutandoli con cibo e abiti, tra queste persone c’era il pianista Polacco Władysław Szpilman, che ha ispirato il film ” Il pianista”. Hosenfeld, catturato dall’Armata Rossa nel gennaio del 1945, fu condannato a 25 anni di lavori forzati per crimini di guerra per la sola appartenenza alla Wehrmacht e nonostante l’intervento di Szpilman e di molti altri sopravvissuti, i sovietici non vollero liberarlo. Hosenfeld morì sotto pestaggio o tortura nel 1952. Szpilman e poi suo figlio si batterono per farlo includere dei “Giusti”, riconoscimento che gli fu tributato nel 2008

Riflessioni di Paolo Ricca. Ma non tutti i valdesi la pensano come lui

Roma (NEV), Il pastore e teologo Paolo Ricca porta una riflessione sulla politica, sull’economia, ma anche sulla dimensione spirituale e religiosa che stiamo vivendo. Dimensioni intrecciate, che coinvolgono direttamente la fede e che toccano i temi della vita, della morte, del creato di Dio.

Il contributo nasce in seno alla conferenza telematica organizzata dal Centro Studi Albert Schweitzer di Trieste, tenutasi a inizio mese e presentata dal pastore Peter Ciaccio, con titolo: “Quale futuro in un’ecumene sempre meno ospitale, tra scarsa attenzione alla natura, sfruttamento, pandemie?”.

Il teologo Paolo Ricca riprende alcune parole di Lutero: “Ci vuole altrettanta fede per credere nel Dio creatore quanta ce ne vuole per credere nel Dio redentore mediante la croce di Cristo”. Una frase che ci porta oltre la ragione. Oltre il ragionamento e la constatazione. Si parla di stupore e di fedeltà della Terra verso l’umanità. Citando Nietzsche, che disse agli uomini “siate fedeli alla Terra”, ma non dice il contrario, il teologo osserva come la Terra rinnovi ogni anno, con pazienza infinita, la fioritura degli alberi, il rinnovarsi delle foglie, e la primavera dove “tutto rivive”.

Ogni anno, riferisce Ricca, 170 miliardi di animali finiscono sulle nostre tavole, a livello mondiale. La narrazione viene traslata su un altro piano, che racconta anche le nostre contraddizioni.

Vegetarianesimo, veganesimo, nutrimento… sono tutti elementi che si combinano con la nostra percezione della vita, e sul valore che a essa possiamo dare. “Non possiamo nutrirci senza mangiare la vita altrui” dice Ricca, e riguardo alla consapevolezza delle contraddizioni aggiunge: “Dio non si è mai pentito di aver creato il mondo, si è pentito di aver creato l’uomo, questo sì. Ma il suo giudizio sul Creato resta positivo”.

Questo Dio che si pente e si addolora in cuor suo è il preambolo di un “Giudizio positivo che dobbiamo fare nostro. Per dire che il mondo è molto buono, malgrado le sue contraddizioni. Dio non ha solo dichiarato che il mondo è buono, ma ha anche rinnovato un patto di vita con la natura, con le stagioni, con l’alternarsi del giorno e della notte, il patto con Noè cioè con l’umanità”.

Questo, continua Paolo Ricca, “Vuol dire che il mondo è ancora buono oggi” e che Dio non colpirà più l’essere umano. Dio, conclude il teologo, si “converte” alla nonviolenza. E nel riconoscere la Terra come a noi fedele, Ricca invita ad “andare” con Francesco d’Assisi, per “cantare” insieme il Cantico delle Creature.

Testimonianze veraci dell’antifascismo

25 aprile 1945: la liberazione

GIOVANNI GALBERSANINI (vivente)

“Un po’ di giorni prima si sentiva che c’era già qualche cosa per aria e abbiamo cominciato a prepararci; io le armi le conoscevo già perché avevo fatto l’addestramento in Germania.

Gli avieri che erano nella Villa Restelli avevano paura, i tedeschi non uscivano più dal magazzino….allora siamo andati su a Fagnano e a Solbiate a fare l’addestramento con il Lago, per andare all’attacco dello stabilimento.”

ANGELO BORSETTA

“Nessuno di noi si aspettava che sarebbe successo qualcosa quel giorno. Al mattino presto io e la Signorina Amelia Castiglioni siamo partiti in bicicletta per Milano allo scopo di chiedere al CNLAI (Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia) che cosa si doveva fare del magazzino tedesco, una volta arrivato il momento giusto.

Allora si poteva percorrere in bicicletta l’autostrada che aveva una sola corsia e alla quale si poteva accedere per mezzo di una rampa che era stata approntata quando il Re e Mussolini erano venuti a Busto.

A Legnano abbiamo avuto l’occasione di vedere una delle tante scene che capitavano in quei giorni: un gruppo di partigiani stava assalendo la caserma delle Brigate Nere e tutti saccheggiavano, anche gli operai che andavano al lavoro.

Vedendo questo noi ci siamo impauriti temendo l’arrivo dei fascisti e dei tedeschi che avrebbero fatto sicuramente una rappresaglia.

Arriviamo a Milano e andiamo dal prof. Gasparini, in Viale Sardegna e gli spieghiamo la nostra situazione perché non volevamo che si ripetesse il saccheggio dell’8 settembre 1943.

Egli allora ci presentò ad un pittore che era uno dei capi del CLN e che accettò di aiutarci, dopo che il Prof. Gasparini  si fece garante per noi.

Il pittore ci accompagnò presso la ditta Borletti, dove c’era una scuola industriale nella quale insegnava un capo partigiano che si chiamava Franchi, come nome di battaglia.

Gli spiegammo tutto e lui ci disse che si era appena riunito il CNLAI e che a mezzogiorno avrebbe interpellato i dirigenti e ci avrebbe dato una risposta.

Lasciammo lì la bicicletta, prendiamo il tram per andare da una mia cugina a mangiare qualche cosa; mentre andiamo, improvvisamente si fermano tutti i tram: passava una colonna di autoblindo e di camionette tedesche che andava all’Arcivescovado.

Su una di quelle c’era Mussolini che fuggiva per espatriare.

Il tram ci porta oi in corso Buenos Aires, andiamo da mia cugina, mangiamo qualche cosa e lasciamo i bollini del pane che servivano per comprare altro.

Ritorniamo alla Borletti dove ci dicono di tornare subito a Olgiate perché c’era l’ordine di insurrezione armata contro i tedeschi; al magazzeno avrebbero provveduto dopo.”

GIUSEPPE MENZAGHI

“Ero lì tranquillo; chi sapeva che succedesse qualcosa?

Ad un certo punto stavo lavorando dal mio principale, che mi nascondeva, … sento un movimento e sento gridare …sono saltato fuori.

Sono andato a casa, mi sono cambiato, sono andato in paese subito e mi sono organizzato lì in palestra col Castiglioni Ambrogio, quello lì al cimitero.”

AMBROGIO CASTIGLIONI

“Io allora ero dispensiere al Circolo Verdi e tenevamo nascosti dei moschetti sotto la tettoia della legnaia; il 25 aprile li abbiamo tirati fuori.”

CARLO FERRARI

“Il 25 aprile io ero pronto; lo sapevo che sarebbe successo qualche cosa perché avevo la radio in casa e ascoltavo tutte le notizie.

Sono andato dal presidente del CNL, rag. Macchi, dicendo  che ero pronto coi miei uomini.

Li disposi in gruppetti, parte sulla stradina dell’Oratorio vecchio, parte erano qui in giro, altri erano sulla costa di S. Antonio.

Si andava come passeggeri qualsiasi per non dare nell’occhio.

Altri erano sulla via Diaz dove c’era la stazione radio là prima dell’incrocio con Via Fagnano.

Aspettavamo i partigiani che dovevano arrivare lì; infatti arrivarono   i partigiani della Val d’Ossola.

None eravamo armati, tranne io che avevo una rivoltella della prima guerra mondiale.

Quel giorno Don Zappa era andato giù allo stabilimento per chiedere ai tedeschi di arrendersi perché da lì non potevano muoversi.”

AMBROGIO CASTIGLIONI

“Mi ricordo che quel giorno Don Zappa era sceso giù allo stabilimento per parlare coi tedeschi e per convincerli ad arrendersi ma non riuscì nell’intento.”

GIUSEPPE MENZAGHI

“Noi eravamo del tutto armati.

Abbiamo trovato uno con la macchina, un certo Mario Farioli, e gli abbiamo chiesto di portarci giù alla Canazza di Legnano per rifornirci delle armi; ne abbiamo prese mica male e siamo scesi al Piegnone.

Allora si sparava giù perché i tedeschi erano lì dal Tognella però non si sapeva che c’era un piccolo fortino sulla costa di Prospiano, sopra i bunchers, con una mitragliera da 22 mm.”

ANGELO BORSETTA

“La mattina del 25 aprile il CNL entrò in Comune, ne prese possesso e allontanò immediatamente il Commissario Prefettizzio e sua figlia ma confermò la fiducia al Segretario Comunale, rag. Giovanni Capozza, e ai suoi collaboratori.

RAG. GIOVANNI CAPOZZA

“Non appena veniamo al corrente dei fatti che stavano precipitando, radunai i miei collaboratori chiedendoci  che cosa dovevamo fare. La risposta fu: “Continuiamo il nostro lavoro!”.

Ad una certa ora del mattino si presentarono in Comune il rag. Macchi, i signori Carlo Ferrari, Nino Merelli e Leopoldo Borsetta.

Noi ci alzammo tutti in piedi per sentire che cosa dovevano dirci.

Il rag. Macchi si avvicinò a me e, stringendomi la mano disse: “Continui pure il suo lavoro coi suoi collaboratori”.

Fui felice di questo atto di correttezza e di stima nei miei confronti.”

LUIGI ALBE’

“Il rag. Macchi Albé, che durante la resistenza si era dovuto tenere nascosto presso la zia Luigina di Olgiate, il giorno 25 aprile venne dalla via Diaz con un gruppo di partigiani per prendere ordini dal CNL che aveva occupato il Municipio… .”

ANGELO BORSETTA

“Quel giorno il CNL telefona giù al Comando tedesco intimando la resa ma i tedeschi rispondono che non possono rendere decisioni dato che il loro Comando di Legnano non rispondeva  alle chiamate.

Ad un certo punto un soldato tedesco rimane ferito: allora il Comando telefona in Municipio chiedendo l’intervento di un medico.

Viene chiamato il dottor Fraenza che si fa accompagnare dal Don Zappa.

Mentre però iniziano la discesa, portando un grande lenzuolo bianco in segno di riconoscimento, vengono fatti segno a colpi d’arma da fuoco per cui sono costretti a ritornare indietro.”

GIOVANNI GALBERSANINI

“C’era dalla parte di Prospiano, sulla costa sopra i bunkers, una mitragliera che proteggeva il Comando tedesco e il magazzino.”

ANGELO BORSETTA

“C’erano alcuni punti di osservazione partigiana: uno era a Est sul campanile della Chiesa Madonna di Marnate; un altro sulla costa del Pignone (lato Ovest); un terzo era sul campanile della Chiesetta di Sant’Antonio (lato Nord). Qualcuno entrò nel bustese guardando l’Olona.”

CARLO FERRARI

“Allora una parte dei partigiani l’ho mandata giù per entrare nello stabilimento della Sanitaria ed anch’io sono entrato di lì. Qualcuno di Fagnano era entrato dal cancello e ci siamo trovati di fronte.”

GIOVANNI GALBERSANINI

“E siamo arrivati giù dalla discesa della S. Antonio, poi siamo girati dietro alla casa operaia (Pignone).

Tanti sono passati dall’Olona, noi invece siamo passati dal cancello perché i tedeschi potevano vederci.”

ANGELO BORSETTA

“Alla sera del 25 aprile i partigiani erano già entrati nello stabilimento.

C’erano quelli di Olgiate e quelli di Fagnano; uno di Fagnano era stato colpito a morte mentre passava da un riparo all’altro.”

OLGA BANFI

” Quel partigiano ferito a morte l’ho tamponato io, l’ho fasciato e l’ho portato all’Ospedale  di Busto.”

AMBROGIO CASTIGLIONI

“Il portinaio del Tognella allora era il genero del “Ninola” ci faceva segno di andare avanti ma noi avevamo paura che i tedeschi fossero nascosti da qualche parte.

Tra l’altro era stato ferito uno di Fagnano.”

ANGELO BORSETTA

“Verso sera un camion di tedeschi venne da Legnano e incominciò a sparare lungo la strada, poi scese per via Isonzo.

I tedeschi non trovarono resistenza perché i partigiani erano già dentro lo stabilimento ed erano rimasti intrappolati là,”

GIOVANNI GALBERSANINI

“Alla sera venne giù dalla discesa un camion di tedeschi che sparavano all’impazzata; buttarono anche due bombe a mano nella palestra poi sono scesi nello stabilimento.

Meno male che non hanno sparato come dovevano sparare!

Dopo sono entrai e sono rimasti chiusi dentro con i partigiani.”

Etica sui temi della vita valdese

I valdesi sono sempre stati impegnati a favorire la piena laicità dello Stato. La chiesa valdese si è pronunciata in senso fortemente contrario all’esposizione del crocifisso, e più in generale di ogni simbolo religioso, in luoghi pubblici. Per quanto riguarda i cosiddetti “temi etici”, i valdesi hanno favorito il dibattito su temi quali omosessualitàabortotestamento biologico ed eutanasia. Si è anche detta molto favorevole ai registri per il testamento biologico, che in molte città sono gestiti dalle comunità valdesi. Durante il sinodo del 2010, la chiesa valdese si è espressa a favore della ricerca sulle cellule staminali[6].

Valdismo e omosessualità

Nella Chiesa valdese di oggi è largamente prevalente un’apertura ai temi dell’omoaffettività. Il sinodo valdese, a larga maggioranza, ha deliberato in favore della benedizione delle coppie omosessuali.[7] La Chiesa valdese si impegna attivamente nella lotta all’omofobia[8] e nel supporto alle persone LGBT. Il dibattito sul tema dell’omosessualità avviene anche tramite la R.E.F.O. (Rete Evangelica Fede e Omosessualità)[9] e l'”Associazione Fiumi d’acqua viva – Evangelici su fede e omosessualità”[10]. La benedizione delle coppie omoaffettive è stata approvata da un ordine del giorno del sinodo della Chiesa valdese il 26 agosto 2010 « laddove la chiesa locale abbia raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni »[11]; l’orientamento è stato confermato nel corso del Sinodo 2011.[12].

A tale posizione si oppone un gruppo minoritario[13] di dissenzienti, radunati nell’associazione Sentieri Antichi Valdesi,[14] che si ritengono i più fedeli ai principi espressi dalla confessione di fede della Chiesa valdese e considerano l’omosessualità una “degenerazione” dell’ordinamento divino ed un peccato dal quale il credente debba ravvedersi. Il diverso approccio scelto da tale gruppo minoritario ha come nocciolo teorico il letteralismo legato al richiamo delle citazioni del Levitico[15], approccio che contrasta con la riflessione[16] storico, filologico ed esegetica condotta dalla Chiesa valdese unita, da un lato, alla constatazione dei risultati della scienza circa la naturalità dell’orientamento omosessuale e, dall’altro, al messaggio evangelico di inclusione[17] così come esplicitato e vissuto da Gesù verso tutti coloro che manifestavano, oltre alla fede, l’amore[18], compreso dunque l’amore omosessuale.

Nelle date attorno alla Giornata internazionale contro l’omofobia (17 maggio), la Chiesa valdese, insieme ad altre confessioni cristiane e alla Chiesa cattolica, sostiene e organizza veglie di preghiera in memoria delle vittime dell’omofobia e della transfobia[19].

valdesi sono sempre stati impegnati a favorire la piena laicità dello Stato. La chiesa valdese si è pronunciata in senso fortemente contrario all’esposizione del crocifisso, e più in generale di ogni simbolo religioso, in luoghi pubblici. Per quanto riguarda i cosiddetti “temi etici”, i valdesi hanno favorito il dibattito su temi quali omosessualitàabortotestamento biologico ed eutanasia. Si è anche detta molto favorevole ai registri per il testamento biologico, che in molte città sono gestiti dalle comunità valdesi. Durante il sinodo del 2010, la chiesa valdese si è espressa a favore della ricerca sulle cellule staminali[6].

Valdismo e omosessualità

Nella Chiesa valdese di oggi è largamente prevalente un’apertura ai temi dell’omoaffettività. Il sinodo valdese, a larga maggioranza, ha deliberato in favore della benedizione delle coppie omosessuali.[7] La Chiesa valdese si impegna attivamente nella lotta all’omofobia[8] e nel supporto alle persone LGBT. Il dibattito sul tema dell’omosessualità avviene anche tramite la R.E.F.O. (Rete Evangelica Fede e Omosessualità)[9] e l'”Associazione Fiumi d’acqua viva – Evangelici su fede e omosessualità”[10]. La benedizione delle coppie omoaffettive è stata approvata da un ordine del giorno del sinodo della Chiesa valdese il 26 agosto 2010 « laddove la chiesa locale abbia raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni »[11]; l’orientamento è stato confermato nel corso del Sinodo 2011.[12].

A tale posizione si oppone un gruppo minoritario[13] di dissenzienti, radunati nell’associazione Sentieri Antichi Valdesi,[14] che si ritengono i più fedeli ai principi espressi dalla confessione di fede della Chiesa valdese e considerano l’omosessualità una “degenerazione” dell’ordinamento divino ed un peccato dal quale il credente debba ravvedersi. Il diverso approccio scelto da tale gruppo minoritario ha come nocciolo teorico il letteralismo legato al richiamo delle citazioni del Levitico[15], approccio che contrasta con la riflessione[16] storico, filologico ed esegetica condotta dalla Chiesa valdese unita, da un lato, alla constatazione dei risultati della scienza circa la naturalità dell’orientamento omosessuale e, dall’altro, al messaggio evangelico di inclusione[17] così come esplicitato e vissuto da Gesù verso tutti coloro che manifestavano, oltre alla fede, l’amore[18], compreso dunque l’amore omosessuale.

Nelle date attorno alla Giornata internazionale contro l’omofobia (17 maggio), la Chiesa valdese, insieme ad altre confessioni cristiane e alla Chiesa cattolica, sostiene e organizza veglie di preghiera in memoria delle vittime dell’omofobia e della transfobia[19].

valdesi sono sempre stati impegnati a favorire la piena laicità dello Stato. La chiesa valdese si è pronunciata in senso fortemente contrario all’esposizione del crocifisso, e più in generale di ogni simbolo religioso, in luoghi pubblici. Per quanto riguarda i cosiddetti “temi etici”, i valdesi hanno favorito il dibattito su temi quali omosessualitàabortotestamento biologico ed eutanasia. Si è anche detta molto favorevole ai registri per il testamento biologico, che in molte città sono gestiti dalle comunità valdesi. Durante il sinodo del 2010, la chiesa valdese si è espressa a favore della ricerca sulle cellule staminali[6].

Sciopero scolastico a Torino

La mattina di Martedì 1 Febbraio le studentesse e gli studenti del Liceo Gioberti hanno deciso di occupare la sede di via Sant’Ottavio per costruire una risposta unitaria ai fatti avvenuti in piazza Arbarello il 28 Gennaio e alla morte di Lorenzo Parelli, studente diciotenne schiacciato da una trave durante l’alternanza scuola-lavoro a Udine Venerdì 21 Gennaio.

Durante questa occupazione abbiamo avuto modo di confrontarci e discutere riguardo diverse tematiche relative al sistema scolastico, rispetto alla gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine e alla repressione violenta avvenuta nei confronti degli studenti manifestanti.

Abbiamo deciso insieme a tantissime altre scuole di Torino di tornare in piazza Venerdì 4 Febbraio alle 10 in piazza XVIII Dicembre per riproporre le stesse rivendicazione che avevamo intenzione di portare avanti Venerdì 28 Gennaio, ma che non ci è stato possibile manifestare a causa della
violenta repressione da parte delle forze dell’ordine.

Nella mattinata e anche durante le ore pomeridiane gli occupanti del Liceo Gioberti hanno svolto e stanno svolgendo attività autogestite con l’obbiettivo di ideare proposte alternative che arrivano direttamente da noi studenti per creare un modello di scuola che dia spazio al nostro potenziale soggettivo, un modello di scuola che sostenga l’innovazione e il cambiamento partendo dalle richieste degli studenti.

I laboratori trattano temi di attualità in modo inclusivo, lavorano sulla sensibilizzazione dei rapporti interpersonali e dei problemi che riguardano la nostra società. Ai ragazzi sono stati proposti corsi di educazione sessuale, di poesia politica, dibattito, lezioni tenute da docenti universitari e giornalisti, di moda, musica ad altre attività al fine di dare spazio alla creatività degli studenti, sviluppare la loro capacità critica e renderli protagonisti dell’ambiente scolastico, tutte cose che il nostro attuale modello di scuola non propone.

Thich Nhat Hanh

UNITI di Thich Nhat Hanh
pubblicata in Call Me by My True Names
(Chiamami con i miei veri nomi) del 1993

«Nell’istante in cui muoio,
cercherò di ricongiungermi a te
più rapidamente possibile.
Prometto che non ci vorrà molto tempo.
Non è vero che sono già con te,
mentre muoio in ogni momento?
Ritorno da te in ogni istante.
Guarda, senti la mia presenza.
Se vuoi piangere,
per favore, piangi pure,
sappi che io piango con te.
Le lacrime che versi
ci guariranno entrambi.
Le tue lacrime sono le mie.
La terra che calpesto in questo mattino
trascende la storia.
La primavera e l’inverno sono presenti al contempo.
Il germoglio e la foglia morta sono un’unica cosa.
I miei piedi toccano l’assenza di morte,
e i miei piedi sono i tuoi.
Ora camminiamo assieme,
lascia che entriamo nella dimensione dell’unità
e guarda il ciliegio fiorire d’inverno.
Perché dovremmo parlare della morte?
Non ho bisogno di morire
per tornare a te».