2) 8 Settembre 1943: il giorno del caos

8 Settembre 1943: il giorno del caos

 

ANGELO BORSETTA
” Il giorno dell’8 settembre 1943 Badoglio proclamò che la guerra continuava e questo determinò uno sbandamento nella truppa e sbigottimento tra gli ufficiali del Comando che non sapevano cosa fare.
Telefonarono al Colonnello Nencioni ma quello non rispondeva perchè al Comando di Milano non c’era nessuno.
I pareri, tra i soldati, erano contrastanti: qualcuno proponeva di resistere, altri di abbandonare le armi,
Questo durò fino a mezzogiorno quando il Tenente Sinforiani, di Pavia, venne da me allo stabilimento avvertendomi che avrebbero abbandonato tutto.
Mentre io parlavo con lui, prevedendo lo svilupparsi degli eventi, gli chiesi di distribuire ai Comuni quello che era immagazzinato, perché avevano bisogno di tutto.
Allora abbiamo chiesto ad Olgiate, Solbiate, Marnate e Gorla per vedere se occorreva qualche cosa.
Il Capitano Marmeris però era del parere di fare la distribuzione del materiale perché non era sicuro della sua destinazione. Ci recammo allora presso il Comune di Olgiate, ci facemmo dare dei fogli di ricevuta e così potemmo ricevere due sacchi di riso, due sacchi di pasta e marmellata.
Tutti i Comuni suddetti ricevettero qualcosa.
Per Gorla, a rappresentare il Comune, c’era l’ingegnere Fasoli.
Tutto questo avvenne prima di mezzogiorno: dopo quell’ora incominciò il saccheggio.
C’era il paese già un certo subbuglio e verso mezzogiorno la gente cominciò a dirigersi verso il magazzeno con l’intenzione evidente di prenderlo d’assalto non appena fosse stato abbandonato.
Gli ufficiali intanto, senza dare nell’occhio, erano spariti; era rimasto il Capitano Mermerism che intendeva impedire il saccheggio. Non poteva da solo sorvegliare i vari ingressi e le uscite; sparò qualche colpo di pistola in aria, a scopo intimidatorio, ma poi abbandonò tutto.
Incominciò il saccheggio: c’era di tutto nel magazzeno: pasta, olio zucchero, formaggio, coperte, vestiti, scarpe, marmellate, riso,farina, maglie di lana…
Nel pomeriggio incominciarono a venire anche gli altri paesi vicini, con macchine, carretti,…”

CAV. CARLO FERRARI
(vedi foto 3)
“Io e il parroco, don Zappa, eravamo li a vedere la gente la gente che saliva dalla S. Antonio carica di roba che aveva preso al magazzeno. Era un disastro!
Gente che correva carica di roba, vino per terra, farina e zucchero sparsi dappertutto; gente che veniva da Busto, da Legnano, da Castellanza…
La gente andava a depredare tutto. Quella roba presa, alcuni l’hanno poi sotterrata per non farla trovare.”

ANGELO BORSETTA
(Foto 4)
“Ho visto persone “per bene”mescolarsi agli altri senza ritegno pur di appropriarsi di qualcosa, usando anche l’automobile.
Uno risaliva la valle con una grossa forma di formaggio parmigiano sulle spalle, la vendette per diecimila lire e ritornò a rifornirsi… Venivano da Legnano e anche da Rho.”

CARLO FERRARI
“Dopo sono arrivati i tedeschi e hanno dato l’ordine di riconsegnare tutto quanto era stato rubato.
Avevano affisso dei manifesti per il paese. Ma pochi hanno riportato la roba e, anche questi, in minima parte.”