Ancora su Orrù

Nel libro “Quei ventenni del ’43” di Paolo Pozzi (Ed. Macchione) si legge:

“Cosimo Orrù: sardo, nato nel 1910

Si laurea in giurisprudenza, esercita a Bergamo e arriva a Busto Arsizio nel 1934. Si iscrive al Partito d’Azione dopo l’8 settembre.

Il fratello è medico nel rione S. Michele ed è detto il “medico dei partigiani”.

Nel Tribunale di Busto il giudice è conosciuto come antifascista viene perseguitato e in una nota della Questura si legge “addì 21/06/1944 il giudice Orrù non è in ufficio perché a disposizione della SS. Germania”.

Viene cioè arrestato e mandato a San Vittore da dove verrà portato in Germania nel campo di concentramento di Flossenbuerg.

L’autore aggiunge ancora a pag. 119: “Amelia Castiglioni, una giovane impiegata presso il Cotonificio Bustese di Olgiate Olona, effettivamente legata a Cosimo, riuscirà più tardi a ricostruire i suoi spostamenti ed a seguirli fino a Bolzano. Da lì perderà ogni traccia.”.

Amelia Castiglioni nelle votazioni del 1946, a Olgiate Olona, sarà eletta nella lista del P.C.I.

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“Il 26 luglio del 1943 la città è in fermento, soprattutto le fabbriche. Cortei di operai si dirigono verso il Comune, la Casa del fascio e il Tribunale. Un consistente gruppo di lavoratori occupa la piazza antistante Palazzo Cicogna; ad una delegazione è consentito di entrare. A ricevere gli operai, anche un giudice di fede antifascista, Cosimo Orrù.”

Da un manifesto ANPI di Busto Arsizio

 

 

Cosimo Orrù

Da  VareseNews:

“(…) Busto, la sua Procura e il suo Tribunale hanno celebrato mercoledì 24 aprile la figura di Cosimo Orrù, magistrato di origini sarde che lavorava presso il tribunale bustocco, vittima dell’orrore nazista dei campi di concentramento. Arrestato il 20 giugno del 1944 venne incarcerato a San Vittore e poi deportato nel campo di concentramento di Flossenburg, lo stesso di Angioletto Castiglioni, dove morì a causa dei soprusi subiti da un capo-baracca che odiava i magistrati. La celebrazione è avvenuta alla presenza della nipote, Anna Maria Orrù che è stata anche consigliere comunale, come ogni anno molto commossa. Con lei anche il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, il presidente del Consiglio Comunale Diego Cornacchia, il consigliere Pd e presidente dell’Ordine degli Avvocati Walter Picco Bellazzi, il procuratore facente funzioni Eugenio Fusco e il presidente del Tribunale Antonino Mazzeo.”

Alla fine del settembre del 1943, Cosimo Orrù prese parte a un comitato di liberazione antifascista in Busto Arsizio. Durante uno sciopero degli operai nel marzo del 1944 sorsero dei cortei che si diressero verso il comune e la casa del fascio; i manifestanti vogliono assalire anche la sede del tribunale, ma i magistrati convincono i manifestanti a far entrare solamente una delegazione. All’interno del tribunale vi erano due giudici, Vincenzo Ferulano e, appunto, Cosimo Orrù, anch’essi di idee antifasciste. 

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Nella testimonianza olgiatese riportiamo la sua lapide affissa nell’atrio del Tribunale

 

 

La nascita e l’attività del CNL – ANGELO BORSETTA

La nascita e l’attività del CNL

ANGELO BORSETTA

“Devo accennare al giudice Orrù che aveva il fratello medico a Solbiate.

Questo giudice veniva a portare i fogli clandestini nella Valle e noi si prendevano questi giornaletti, si distribuivano… così in casa non restava nulla.

Uno di questi si chiamava: “L’Italia Libera: Dio lo vuole”. un giornale del Partito d’Azione.

Il giudice mi invitava ad iscrivermi a questo Partito ma io non mi sentivo di cambiare idea, non c’era una ragione per cambiare.

Io dicevo a questo giudice di stare attento perché erano momenti pericolosi, gli consigliavo prudenza ma lui diceva che non c’era nessuno che potesse sorprenderlo.

Invece una volta lo presero i fascisti e lo portarono a Milano a San Vittore.

Allora alcuni suoi amici, tra i quali Pedoia, hanno cercato di parlare con qualcuno per farlo liberare ma non ci fu niente da fare.

I fascisti però stabilirono di mandarlo in Germania, senza fargli il processo come se fosse un privilegio.

E’ partito per la Germania infatti ma durante il viaggio, non si è mai saputa l’esatta verità, è morto.

Al Tribunale di Busto ci dovrebbe essere una lapide che lo ricorda.”

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