Le due gambe del Congresso pro-life

31.03.2019 – Guido Viale

Le due gambe del Congresso pro-life
Corteo del 30 marzo a Verona (Foto di Michele Lapini)

L’Al Baghdadi di casa nostra si è materializzato in questo fine settimana a Verona, la Raqqa dell’Occidente, nel Congresso mondiale delle famiglie. La sua identità non è ancora certa; per ora ha fatto la sua comparsa solo sotto forma di consesso – di popi, ministri, maschi frustrati e cacciatori di streghe – ma non tarderà a rivelarsi, perché il suo spirito non contempla collegialità né mediazioni.

E’ sempre più chiaro che ad alimentare il fondamentalismo islamico che ha dato vita all’Isis, ad al Queda, ai Talebani – ma che tiene in vita anche il regime di Erdogan, quello saudita di Mohammed Bin Salman e lo stragismo islamista in tutto il mondo – è uno spirito di rivalsa contro la minaccia dell’emancipazione o della liberazione della donna e il tentativo di mantenerla o ricacciarla nella condizione della sua “naturale” sottomissione. Per questo l’autonomia e lo spirito di iniziative delle donne del Rojava, che hanno dato all’esperimento di democrazia più avanzato del mondo, rappresenta una minaccia mortale per tutti i fondamentalismi.  E per questo il Rojava ha tutto il mondo contro: dalla Turchia di Erdogan alla Procura di Torino.

Ma per chi crede che il “civile” Occidente si sia liberato di questi fantasmi, ecco che il Congresso mondiale delle famiglie lo riporta a fare i conti con la “dura realtà”: un’adunata dove la manifestazione più esacerbata di cultura e di spirito patriarcali, vecchi come il mondo, ma vero punto di convergenza tra opposti fondamentalismi, si sposa apertamente con il razzismo attraverso l’imperativo di “fare figli”. Anzi, “farli fare”, ovviamente, alle donne, chiudendole in casa. Più figli: per preservare la razza bianca e cristiana dalla contaminazione e dall’invasione di chi bianco e cristiano non è, cioè il migrante, a cui va fatta guerra per terra e per mare. Bisogna “salvare i feti” – ben rappresentati dal mostriciattolo di gomma distribuito ai convenuti – costringendo le donne a portare a buon fine tutte le loro gravidanze, ancorché indesiderate, e lasciar morire in mare o nel deserto quanti più profughi possibile, perché non ci vengano a invadere riempiendo le nostre scuole con i loro sgraditi figli.

Guai a considerare questa vicenda un “episodio” qualunque. Lo spirito che la anima avanza su due gambe: antifemminismo e razzismo, spesso entrambi non dichiarati o inconsapevoli (come lo sono tutte le principali manifestazioni del potere patriarcale). Dove uno vacilla, l’altro lo sostiene e viceversa. E oggi la paura e la ripulsa del migrante, che avanzano in tutta Europa come negli Stati Uniti senza trovare grandi ostacoli, hanno sufficiente forza per rinfocolare gli animal spirits del patriarcato, non sempre sufficientemente in allerta.  Per questo il convegno di Verona giunge a proposito per rafforzare reciprocamente gli uni e gli altri.

Per fortuna la mobilitazione promossa in contemporanea da Non Una di Meno ha soverchiato e ridicolizzato quell’adunata di nemici della vita e dell’umanità, così come le manifestazioni NoTav e quelle per la salvaguardia del clima hanno sempre soverchiato le lugubri adunate pro Tav promosse dalle cinque inconsapevoli “madamine” della vecchia Torino. Ma basta uno sguardo ai giornali o ai notiziari TV (si distingue ancora una volta il Corriere della Sera) per i quali “la notizia” è il convegno, non la manifestazione, per rendersi conto delle forze in campo. A partire dalla “conta” delle presenze e dalla dimensione di titoli e foto, ma senza trascurare il disprezzo malcelato con cui vengono ignorate – o “sorvolate”, o falsate, o confuse – le ragioni profonde e chiare dei manifestanti, a cui non è mai data la possibilità di far conoscere il loro punto di vista.

Di quell’informazione, di quella cultura servile verso i politici che la sottende, di quelle istituzioni dentro cui si svolgono le rese dei conti tra opposte camarille che sotto sotto la pensano tutte allo stesso modo, non sappiamo che farcene. Fino a che, per lo meno, la forza delle mobilitazioni popolari non riuscirà a piegarle, a mandarle i pezzi, per lasciare prima un varco, e poi una faglia, e poi ancora una voragine a coloro, e sono in tanti, che hanno ancora la voglia e il coraggio, e ormai ce ne vuole parecchio, di mettere al centro del proprio agire il presente e il futuro di tutta l’umanità, femminile e maschile, nera e bianca. Di tutto il vivente, animali ed ecosistemi e della Madre Terra.

Meeting Minutes

Meeting Minutes del 31-3-2019

DOUBTS
I have my doubts
By the day and by the hour
But then I turn to prayer
And find God’s great love and power
David Herr

In tutti i nostri contatti è probabilmente la sensazione di essere davvero necessari e voluti che dà maggiiore soddisfazione e crea il legame più duratur.

Eleanor Roossevelt

* Giornata mondiale del #backup istituita per sensibilizzare circa l’importanza di fare il salvataggio dei propri dati digitali.

* Inizio delll’ora legale

* 4a Domenica di Quaresima  (Anglicani e cattolici)

*1914 nasce a Città del Messico nOctavio Paz, scrittore, poeta, e saggista messicano (Nobel 1990)

“la speranza cristiana nella resurrezione si distingue da quella mitologica per il fatto che indirizza l’uomo nella sua vita terrena in modo del tutto nuovo”

Dietrich Bonhoeffer

Abbiamo persato a due versioni per bypassare il blocco di facebook:  stesso messaggio ma uno senza link e con spiegazione di dove si trova la pagina consigliata. …Non abbandoniamo le pagine costruite negli anni da noi e non da terzi.

Ne abbiamo parlato ieri sera del pastore con la moglie toscana (per chi legge solo whatsapp trova tutto sui siti).

Quando un pastore di provincia e sua moglie sono più grandi di un papa su

https://ecumenici.wordpress.com/2008/10/24/quando-un-pastore-di-provincia-e-sua-moglie-sono-piu-grandi-di-un-papa/

E’ stato tanti decenni dopo i fatti, decorato dalla Francia ma è un simbolo antifascista comune per tutta Europa oggi. Con l’avanzare di Alba Dorata, Tedeschi per l’alternativa, Casa Pound & Salvini ecc.

un gigante : Trocmé

Sapete che amo i protestanti che operavano per il bene, fuori dalla loro chiesa di appartenenza: da Ragaz a Schweitzer: Trocmé invece era un pastore riformato legato al suo Tempio o se preferite comunità, anche se totalmente isolato all’epoca. Oggi viene riscoperto per la forza spirituale di battersi contro l’ antisemitismo nazifastista rinascente, non solo in Svizzera (Si legga articoli su http://www.voceevangelica.ch). “Quale vita” edizioni non pubblica più i suoi libri in italiano. Vane sono state le mie richieste…. Chissà se riusciamo a smuovere le acque insieme… Basteerbbe forse un numero congruo di prenotazioni.a info@qialevita.it Posseggo con cura i due DVD in lingua francese sulla storia del suo intero villaggio…. contro i nazisti.
 
 
 
Le armi dello Spirito
7 Marzo 2019
di Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini.
 
 
La vita dei coniugi Trocmé e della loro lotta nonviolenta contro il nazismo, fra visioni e memorie personali.
 
Tanti anni fa a Parigi vidi in tv, dopo il telegiornale, un breve servizio su un film documentario americano di Pierre Sauvage, che era il corrispondente hollywoodiano di una rivista di cinema su cui scrivevo, Positif. Il film si chiamava Weapons of the Spirit, “Le armi dello Spirito”, e investigava su un episodio bellico che aveva avuto protagonisti André e Magda Trocmé, un pastore protestante e la moglie (fiorentina), che avevo avuto modo di conoscere prima in Sicilia, quando vennero in visita da Danilo Dolci con cui allora lavoravo, e una seconda volta al Centro ecumenico Agape in Piemonte, ri-presentatimi dal pastore Tullio Vinay, una persona a cui devo tantissimo.
 
Sapevo dell’attività presente dei Trocmé nel campo della nonviolenza, ma niente della loro storia, del loro passato. Corsi a vedere il film, e ne appresi parecchio.
 
Molti anni dopo, la Claudiana pubblicò un libro molto bello su di loro e sulla storia di Le Chambon-sur-Lignon, un paese di contadini e montanari delle Cevenne di storia ugonotta. Il libro, opera anche questa di un americano, Philip Hallie, aveva un titolo italiano, Il tuo fratello ebreo deve vivere, che era meno bello di quello originale, Lest innocent blood be shed, citazione biblica: «Affinché non si sparga sangue innocente».
 
Della predicazione e azione nonviolente dei Trocmé sapevo dunque molto, anche per il contatto diretto, ma niente della loro storia. In breve: quando la Francia venne divisa in due e ancora dopo, quando l’occupazione nazista la dominò per intero, Le Chambon si trovava nella cosiddetta Repubblica di Vichy. E i nazisti facevano partire da lì verso i campi di sterminio ebrei e altri indesiderabili del Sud della Francia. I pastori della zona di Chambon, ma anche vari membri della minoranza cattolica, organizzarono un’attività clandestina che coinvolse di fatto tutti o quasi gli abitanti della zona, pochi artigiani e soprattutto contadini che abitavano in case sparse, anche oltre il territorio del comune (che nel 2014 aveva in tutto 265 abitanti!). Accolsero e nascosero fuggiaschi assistiti e organizzati da gruppi partigiani di valle e di costa, avviandoli in seguito e nottetempo verso la lontana frontiera con la Svizzera. Si trattò di circa 5.000 persone, e due su tre erano bambini, che vennero salvati in questo modo dalla spietatezza nazista.
 
Solo a guerra finita i Trocmé e gli altri pastori vennero a sapere, come sospettavano, di essere stati protetti da qualcuno dall’interno del comando nazista: si trattava di un tal maggiore Schmehling, cattolico, che nascondeva o falsava le notizie che potevano insospettire i suoi superiori!
 
«Non c’era tempo per discussioni teoriche, quelle persone, quei bambini, dovevamo o aiutarli o lasciarli morire, e per aiutarli bisognava, sfortunatamente, anche mentire», una cosa che ai nonviolenti costa una particolare fatica perché, ha scritto Gandhi, la nonviolenza consiste di tre cose; non fare il male, non collaborare al male che altri fanno, non mentire.
 
Pierre Sauvage, il regista del film, era stato uno dei bambini salvati dagli chambonnesi, ed era tornato ormai adulto per raccontare la loro storia (e sarebbe bello che il suo film potesse avere un’edizione italiana sottotitolata, ma conosciamo fin troppo bene la miseria intellettuale e morale delle nostre televisioni. O potrebbe pensarci la Claudiana?). Il libro di Hallie racconta però un risvolto terribile della storia dei Trocmé. Jean-Pierre, il figlio 14enne che aveva preso parte a molte delle loro azioni, aveva trovato in casa, assenti i genitori e mentre giocava con una piccola amica, una pistola lasciatavi da un resistente, e da quella era partito un colpo che aveva sciaguratamente ucciso la bambina; Jean-Pierre si uccise impiccandosi tempo dopo, mentre i genitori erano assenti per essere andati a dirimere un conflitto tra parrocchiani… Conoscendo i Trocmé e la loro solidità e serenità, mai avrei sospettato una storia come questa: strano destino, per chi aveva aiutato a sopravvivere così tanti bambini! Nel film di Sauvage una vecchia contadina si irritava alla domanda sui rischi che aveva corso: «Abbiamo fatto quel che abbiamo fatto perché era giusto farlo, che ci trovate di strano? E se fosse da rifare, lo rifaremmo».
 
Ancora una cosa devo ricordare. Leggendo la grande biografia di Albert Camus scritta da Olivier Todd, vi si racconta che Camus si rifugiò nel ‘43 per diverse settimane, per curarsi dalla tisi incombente, nella locanda di un villaggio vicino a Le Chambon, e che vi si incontrò spesso con i pastori Trocmé e Theis e col maestro Darcissac, e che da lì vengono le discussioni del dottor Rieux di La peste con i suoi amici e contraddittori.
 
I Trocmé, quando li conobbi a Partinico (e di lei mi colpì che portasse le lunghe trecce annodate sul capo in un modo un tempo comune e oggi del tutto scomparso!), mi invitarono a seguirli in alcune loro peregrinazioni, io e il mio amico Alberto L’Abate, che lavorava come me da volontario nel gruppo di Dolci.
 
Non lo feci, pensavo di avere cose più urgenti da fare, e ancora me ne pento.

Posta ricevuta su Facebook

Posta ricevuta
 
Roberto Alfonsi Maurizio,da cattolico e di sinistra,ti posso dire che molti cattolici non sono affatto d’accordo con le tesi dei promotori di questo congresso e saranno domani a Manifestare sia a Verona,in piazza,che a Roma,Montecitorio, con le donne femministe,le famiglie arcobaleno,gay,transgender e con le comunità cristiane di base contro questi repressi mentali e la loro proposta di legge restauratrice!
 
Maurizio Benazzi IO PROVENGO DAL CATTOLICESIMO PRIMA E POI DAL PROTESTANTESIMO MA SONO CONTENTO DELLA EGUAGLIANZA DI TUTTI NOI QUACCHERI COME SOLO CREDENTI LAICI E SACERDOTI ALLO STESSO TEMPO….SONO SCELTE LUNGHE E SOFFERTE. MA MI MERITO IL MIO GRUPPO CHE NON E’ CHIESA MA SOLO LAICI CREDENTI. E A LONDRA I QUACCHERI LIBERAL ACCETTANO FRA LE LORO FILA OBIETTORI E NONVIO0LENTI ANCHE ATEI E DI ALTRE FEDI RELIGIOSE, SEMPRE E SOLO LAICI. SU QUESTO NON POTREMO MAI CONVERGERE. NESSUNA DIFFERENZA DAVANTI A DIO E AGLI UOMINI FRA GLI ESSERI UMANI.
 
Roberto Alfonsi Perché urli?
 
Roberto Alfonsi E poi abbiamo un punto su cui convergere…..Gesù Cristo,Il Figlio del Dio Vivente,Nato,Vissuto,Morto e Risorto per tutti noi…..e qui non c’è differenza per nessuno!
 
Maurizio Benazzi IL MIO DIO GESU’ NON HA SACRAMENTI, RITI, CHIESA, MINISTRI ORDINATI, DOGMI, BIBBIA COME AUTORITA’ ASSOLUTA O PAPI CON MAGISTERO, SE PER TE E’ LA STESSA COSA SEI LIBERO DI PENSARLA COME VUOI. MA IO LE IDEE CHIARE SU CHI SONO E QUALE SIA LA MIA RELIGIONE LAICA LE HO. SCUSA SE ALZO LA VOCE MA SU QUESTO SIAMO LONTANI ABISSI.
 
Roberto Alfonsi Continui ad urlare…..io non la penso come te,ma non urlo….a Roma c’è un detto popolare “chi ppe primo strilla nun ze fa ssenti, chi parla piano ‘o senti!”
 
Maurizio Benazzi Il mio Dio Gesù non è un sacramento ma una guida interiore che mi ama per quello che sono, un gay suo Amico. Urlo perchè non ce la faccio più come gay credente a sopportare Papa, politici, Vaticano, …. E gente pecorona che sta muta davanti allo scandalo del clericalismo, dell’Otto per mille e della poilitica che appoggia tutto questo. Io mi ribello!

Invito

4 aprile 2019 – LA NATO COMPIE 70 ANNI – PRESIDIO A FIRENZE – Invito per chi può… Ci piacerebbe tanto vivere lì 🙂
 
Bravo Angelo!
 
4 APRILE 2019 PRESIDIO IN PIAZZA DEI CIOMPI A FI
DALLE ORE 16,30 ALLE 19 CON VOLANTINAGGIO E INTERVENTI
 
4 aprile 2019 – LA NATO COMPIE 70 ANNI
 
OGGI E’ UNA ALLEANZA IMPERIALISTICA CHE USA LA SUA POTENZA MILITARE, CON BASI DIFFUSE IN LARGA PARTE DEL PIANETA, PER LA RAPINA OCCIDENTALE DELLE RISORSE, SOTTRAENDOLE A GRAN PARTE DELL’UMANITA’ E ALLE FUTURE GENERAZIONI.
 
PRODUCE GUERRE E CAOS. CONTRIBUISCE IN MODO DETERMINANTE ALL’INSICUREZZA DELL’UMANITA’ OPPONENDOSI ALLA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI PER MANTENERE IN MANIERA TERRORISTICA IL PROPRIO POTERE
 
PONE L’EUROPA CENTRO-OCCIDENTALE SOTTO IL CONTROLLO DELLA SUPERPOTENZA USA.
 
CON LE SUE BASI FA DELL’ITALIA UN POSSIBILE BERSAGLIO, SOTTRAE PREZIOSE RISORSE, LA RENDE COMPLICE DI AGGRESSIONI A PAESI CHE NON L’HANNO AGGREDITA.
 
L’ITALIA ESCA DALLA NATO, L’EUROPA SI LIBERI DAL LACCIO SOFFOCANTE DELLA NATO E DIA IL PROPRIO CONTRIBUTO ALLA PACE NEL MONDO.
 
CHIEDIAMO LA PARTECIPAZIONE DI TUTTE LE PERSONE CHE VOGLIONO LA PACE, LA DEMOCRAZIA, LA LIBERTA’, IL RISPETTO DEI DIRITTI
 
Comitato Fiorentino Fermiamo la Guerra
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Posta ricevuta

Posta ricevuta
 
Roberto Alfonsi Maurizio,da cattolico e di sinistra,ti posso dire che molti cattolici non sono affatto d’accordo con le tesi dei promotori di questo congresso e saranno domani a Manifestare sia a Verona,in piazza,che a Roma,Montecitorio, con le donne femministe,le famiglie arcobaleno,gay,transgender e con le comunità cristiane di base contro questi repressi mentali e la loro proposta di legge restauratrice!
 
 
Maurizio Benazzi iO PROVENGO DAL CATTOLICESIMO PRIMA E POI DAL PROTESTANTESIMO MA SONO CONTENTO DELLA EGUAGLIANZA DI TUTTI NOI QUACCHERI COME SOLO CREDENTI LAICI E SACERDOTI ALLO STESSO TEMPO….SONO SCELTE LUNGHE E SOFFERTE. MA MI MERITO IL MIO GRUPPO CHE NON E’ CHIESA MA SOLO LAICI CREDENTI. E A LONDRA I QUACCHERI LIBERAL ACCETTANO FRA LE LORO FILA OBIETTORI E NONVIO0LENTI ANCHE ATEI E DI ALTRE FEDI RELIGIOSE, SEMPRE E SOLO LAICI. SU QUESTO NON POTREMO MAI CONVERGERE. NESSUNA DIFFERENZA DAVANTI A DIO E AGLI UOMINI FRA GLI ESSERI UMANI.
 
 
 
Roberto Alfonsi Perché urli?
 
 
Roberto Alfonsi E poi abbiamo un punto su cui convergere…..Gesù Cristo,Il Figlio del Dio Vivente,Nato,Vissuto,Morto e Risorto per tutti noi…..e qui non c’è differenza per nessuno!
 
 
Maurizio Benazzi IL MIO DIO GESU’ NON HA SACRAMENTI, RITI, CHIESA, MINISTRI ORDINATI, DOGMI, BIBBIA COME AUTORITA’ ASSOLUTA O PAPI CON MAGISTERO, SE PER TE E’ LA STESSA COSA SEI LIBERO DI PENSARLA COME VUOI. MA IO LE IDEE CHIARE SU CHI SONO E QUALE SIA LA MIA RELIGIONE LAICA LE HO. SCUSA SE ALZO LA VOCE MA SU QUESTO SIAMO LONTANI ABISSI.
 
Roberto Alfonsi Continui ad urlare…..io non la penso come te,ma non urlo….a Roma c’è un detto popolare “chi ppe primo strilla nun ze fa ssenti, chi parla piano ‘o senti!”
 
 
Maurizio Benazzi Il mio Dio Gesù non è un sacramento ma una guida interiore che mi ama per quello che sono, un gay suo Amico. Urlo perchè non ce la faccio più come gay credente a sopportare Papa, politici, Vaticano, …. E gente pecorona che sta muta davanti allo scandalo del clericalismo, dell’Otto per mille e della politica che appoggia tutto questo. Io mi ribello!

meeting minutes

Meeting minutes e posta ricevuta del 30 /4/2019

Fa male guardare all’Uomo crocefisso . Ma è  a quel luogo che, ancora oggi , possono guardare  tutti  gli abbandonati della terra, tutte le vittime innocenti  della cieca violenza umana”

Luca Diliberto

* Giornata Mondiale della Terra

* 1867 nasce a Verbania , Arturo Farinelli, professore, storico ed erudito italiano

” Dio si fa strappare dal mondo sulla croce, è impotente e debole nel mondo, ma soltanto così ci è accanto e ci aiuta”

Dietrich Bonhoeffer

Purtroppo Facebook con la scusa dell’alta velocità ci blocca sulle nostre pagine hackerate ad agosto (non pero’ i gruppi e la nuova pagina personale) per cui evitiamo al momento di postare link di rimando. Verremmo bloccati, come ogni giorno succede da tempo…  Pensiamo seriamente di rifare la Pagina “quaccheri cristiani”  visto che è inutile ricordare agli amministratori la nostra denuncia alla Polizia Postale di Milano fatta a dicembre per fatti del 15/8/2019. Siamo noi la proprietà intellettuale e non i ricattatori di 100 euro che rimangono impuniti da Facebook e dalla Polizia, che mi diceva che non c’erano prove del ricatto dato che dopo il blocco si è annullata tutto il messaggio sul Messanger collegato al network…. Ci penso per l’estate. Dopo la Patente B.

Milano, sciopero mondiale per il futuro: l’oceano si sta sollevando e noi anche

15.03.2019 – Anna Polo

Quest’articolo è disponibile anche in: Spagnolo

Milano, sciopero mondiale per il futuro: l’oceano si sta sollevando e noi anche
(Foto di Thomas Schmid)

Una moltitudine inarrestabile di studenti medi e universitari, giovani e giovanissimi ha invaso stamattina le strade del centro di Milano per lo sciopero mondiale per il futuro, indetto in tutto il pianeta per chiedere un’azione decisa sui cambiamenti climatici.

Un corteo colorato, combattivo e creativo, con visi dipinti con strisce colorate e cartelli scritti a mano spesso in inglese – alla faccia di chi accusa questo movimento spontaneo e orizzontale di non mettere in discussione il sistema capitalistico responsabile del disastro ambientale. La consapevolezza che il sistema va “ribaltato” era chiarissima negli slogan  e nei cartelli – “Change the system, not the climate”, “Ci state rubando il futuro”, “Se non cambierà, bloccheremo la città” – insieme alla rabbia verso i politici inerti, al richiamo all’azione – “Se non ora, quando? Se non noi, chi?”, “Respect existence or expect resistance” –  e a tocchi irriverenti – “La Terra ha 4 miliardi di anni. Rispettate gli anziani”, “Meno Salvini, più giardini” e “The planet is hotter than my boyfriend”.

Si parla di centomila persone. Forse una stima un po’ ottimista, ma c’era comunque troppa gente per entrare in Piazza Scala, meta iniziale del corteo, che infatti dilaga in Piazza Duomo. Una nuova generazione si sta sollevando, decisa a porre la lotta ai cambiamenti climatici al centro dell’agenda politica. E’ consapevole della propria forza, non si lascia ingannare da discorsi vaghi e tentativi di strumentalizzazione e ha un’immagine chiara per cui mobilitarsi: vogliamo il nostro futuro.

Sulle orme di Davide Melodia contro tutte le armi e il disarmo unilaterale

Nella storia dei quaccheri italiani abbiamo avuto come Animatore nazionale Davide Melodia, che è stato per un certo periodo di tempo anche Presidente della Lega per il disarmo unilaterale (quindi completamente contrario alla Nato oltre che al Patto di Varsavia, ovvio)

Lo ricordo commosso come primo quacchero conosciuto in rete tanti anni fa quando divenne anche Predicatore in chiese protestanti sul lago Maggiore e il modo migliore di farlo è riportare i suoi scritti tradotti in inglese su www.ecumenics.eu o in italiano nelle pagine sul silenzio, il Cimitero di Livorno, le poesie raccolte ecc. Ciao caro, arrivederci in Paradiso!

Legittima difesa, Rete Disarmo: “preoccupati per arretramento culturale e minaccia a sicurezza collettiva”

28.03.2019 – Rete Italiana per il Disarmo

Legittima difesa, Rete Disarmo:
        “preoccupati per arretramento culturale e minaccia a sicurezza
        collettiva”
(Foto di Rete Disarmo)
Presa di posizione a seguito della approvazione definitiva al Senato della riforma della cosiddetta “Legittima Difesa”
L’approvazione in via definitiva di oggi al Senato della riforma della cosiddetta “legittima difesa” (Codice Penale, Articoli 52 e 55 e correlati) preoccupa fortemente le organizzazioni che fanno parte della Rete Italiana per il Disarmo che vedono in essa un arretramento legale e culturale ed un’ulteriore minaccia per la sicurezza collettiva.
Tralasciando specifiche valutazioni di natura più strettamente giuridica (la nuova norma riconosce “sempre” proporzionale e quindi non punibile l’uso di un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo per tutelare la propria o l’altrui incolumità, o per difendere i beni propri o altrui quando non c’è desistenza e vi è pericolo di aggressione) a preoccupare la Rete Italiana per il Disarmo è la connessione tra questa nuova forma di “legittima difesa” e la diffusione delle armi nelle nostre città e comunità. Una connessione che nel testo approvato è sia implicita sia esplicita e che, se unita alle difficoltà di controllo della diffusione di armi e a una tendenza sempre più marcata nel nostro Paese all’accesso a nuove licenze, comporterà ovviamente un deterioramento della sicurezza per tutti. Il testo votato prevede esplicitamente “l’uso di un’arma legittimamente detenuta” e è quindi falso affermare che la nuova norma non riguardi “l’uso delle armi” , mentre è corretto affermare che “la nuova legge non modifica le norme per la detenzione di armi” che restano come sono. Ed è proprio questo a preoccupare perché rimangono tali mentre è in corso una insensata e non veritiera deformazione della realtà da parte di alcuni media: secondo i dati ufficiali oggi in Italia vi sono più omicidi con armi legalmente detenute che omicidi per “furti e rapine” e dunque se c’è un’arma in casa è molto più facile che venga utilizzata per ammazzare un familiare (molto spesso donna) o un vicino che non per fronteggiare eventuali ladri.
Non è certo da una maggiore diffusione delle armi che potrà derivare una convivenza civile che è preludio alla riduzione dei delitti e delle minacce. Non è certo sulle armi che si può costruire una vera sicurezza collettiva e diffusa e in tal senso Rete Italiana per il Disarmo continuerà la propria azione su strade diverse rispetto a quelle votate oggi dal Parlamento cui chiediamo in un futuro prossimo un ripensamento rispetto a norme che sicuramente avranno un impatto negativo sulla vita di tutti i cittadini italiani.