La storia delle persone omosessuali è segnata da persecuzioni, repressioni. In questo articolo segnaliamo le principali, a partire da quelle che coincisero con l’avvento del Cristianesimo nell’Impero Romano fino a quelle più recenti e che, in alcuni Stati, vengono ancora praticate.
Utilizziamo il neologismo omosessuale perché è quello più consono a descrivere coloro che venivano perseguitati, seppur prima del 1869 (anno in cui Karl Maria Kertbeny coniò questa parola) esistessero tassonomie, concezioni differenti dell’omosessualità come la intendiamo noi oggi. Come Giovanni dall’Orto nel saggio “Tutta un’altra storia” (un’ottima fonte che, oltre a Wikipedia, abbiamo consultato per la redazione di alcuni paragrafi di questo articolo), non sosteniamo la tesi della “presunta invenzione moderna dell’omosessualità” in seguito all’utilizzo da parte di medici e psichiatri del termine. I comportamenti omosessuali sono sempre esistiti, seppur i concetti di “omosessualità” e di “orientamento omosessuale” siano moderni.ù

Le persecuzioni omosessuali con l’avvento del Cristianesimo
Come probabilmente già saprai, prima che il Cristianesimo nascesse e si espandesse, l’omosessualità veniva trattata come una “variante naturale del comportamento umano”, per utilizzare una definizione che nel 1990 ha dato l’OMS. All’epoca chiaramente i concetti di omosessualità ed eterosessualità non esistevano: l’opposizione era più che altro data da una sessualità attiva (che veniva esercitata da uomini adulti e liberi) ed una sessualità passiva (quella di soggetti considerati inferiori, come donne ed adolescenti).
A differenza delle società basate sul Cristianesimo, i nostri antenati grecoromani non avevano motivi religiosi ed ideologici per perseguitare coloro che preferivano i rapporti con persone dello stesso sesso, seppur comunque ritenessero minacciosi per la convivenza civile i comportamenti sessuali di qualsiasi tipo e ci fossero delle proibizioni (non è poi così vero che nel mondo classico si era completamente liberi di vivere i propri istinti).
Con l’avvento del Cristianesimo, come afferma Eva Cantarella in “Secondo natura: la bisessualità nel mondo antico”, si giunge a “formulare una condanna globale dei rapporti fra persone dello stesso sesso”. L’omosessualità diventa “contro natura” rispetto all’adulterio e alla fornicazione tra uomo e donna che sono solamente “contro la legge”.
Le prime leggi contro l’omosessualità furono promulgate dagli imperatori cristiani Costanzo II e Costante tra il 342 ed il 390 D.C. In particolare, la Non patimur colpiva coloro che praticavano la prostituzione maschile ed i passivi in generale (ma non i partner attivi). Questa legge, come scrive Giovanni dall’Orto in “Tutta un’altra storia” (pag.116) “ha un’importanza storica perché fu con la sua riesumazione, a opera dei giuristi del XIII secolo, che la pena del rogo fu ripresa nel Medioevo”.
Colui che, con l’avvento del Cristianesimo, attuò delle vere e proprie persecuzioni omosessuali fu Giustiniano I. Lui avrebbe raccolto e codificato queste leggi nel Corpus Iuris Civilis ampliandole con delle leggi ex novo. Egli fece degli omosessuali un capro espiatorio per problemi quali le “carestie, i terremoti e le pestilenze”.
Il Corpus Iuris era stato esteso a molti territori, compresa l’Italia, dove era presente la cosiddetta Prammatica Sanzione

Persecuzioni omosessuali della prima Spagna cattolica
A partire dal 589 D.C., nella Spagna medievale invasa dai Visigoti (quando ci fu la conversione dall’Arianesimo al Cattolicesimo), iniziò una grande persecuzione di omosessuali ed ebrei.
La popolazione dei Germani impose una legge che definiva il comportamento omosessuale come un crimine civile: “”L’omosessualità è quel crimine che dovrebbe essere sempre detestato“(Byrne Fone Homophobia: A History Pag 119).
In particolare fu promulgato il Liber Iudiciorum (o codice visigoto) che puniva la “conclamata sodomia” con la pena dell’esilio e della castrazione. Nel termine ombrello “sodomia” rientrava chiaramente l’omosessualità maschile, il sesso anale (omosessuale ed eterosessuale), ma anche la zoofilia. Per quanto riguarda il lesbismo veniva considerato solo se il sesso anale fosse attuato con strumenti fallici.
Il re visigoto Chindasvindo fu colui ad imporre la castrazione: oltre alle sofferenze causate da questa tortura, il condannato veniva consegnato al vescovo locale e bandito.
Con il re visigoto Egica la situazione si complica per gli omosessuali: “gli atti contro natura (che commettono gli uomini con gli uomini” dovevano essere condannati all’esilio perpetuo, ad un centinaio di frustate, nonché “vergognosamente rasati”.

Le prime persecuzioni omosessuali in Medio Oriente (785-786)
Nel 785, con il califfo abbasidico al-Hadi, iniziano le prime persecuzioni omosessuali in Medio Oriente.
Nel paper “Sessualità e società nel mondo islamico medievale (Baghdad, VIII-IX secolo)” di M.G. Stassolla, scopriamo che l’omosessualità in questa epoca ed in questo territorio non era categorizzata “secondo-contro natura” (come nella morale cristiana), ma veniva omologata nell’ambito dei rapporti illeciti e le persone omosessuali potevano essere condannate alla pena di morte.
Ci sono giunte storie tragiche come quella di due schiave che, scoperta la loro relazione omosessuale, furono giustiziate per ordine del califfo al-Hadi.
Tuttavia è da sottolineare come, fatta eccezione per il califfo abassidico al-Hadi, l’omosessualità nel mondo arabo del Medioevo fosse segno di raffinatezza e senso di gusto di chi la metteva in atto, per quanto riguardava in particolare gli omosessuali attivi. Quelli passivi ed effeminati venivano disprezzati.
